Sono le cosiddette “piscinine”, che in dialetto significa appunto “piccoline”. Hanno tra i sei e i quattordici anni, lavorano in ambienti insalubri e senza diritti, eppure trovano la forza di scioperare e per cinque giorni fermano l’industria della moda della città. La loro protesta attira attenzione e curiosità, scherno da parte dei giornali dei padroni e sostegno da parte di intellettuali femministe come Anna Kuliuscioff ed Ersilia Majno.
A raccontare questa storia dimenticata sono due piccioni che rispecchiano il nostro sguardo contemporaneo, troppo spesso stanco e disilluso davanti alle sfide della storia. Come in una favola moderna dall’alto dei loro cornicioni osservano e commentano il coraggio ingenuo e determinato di chi combatte contro i giganti del proprio tempo.
Tra paure e risate, fame e solidarietà, le bambine conquistano una vittoria che ancora oggi ci interroga: nessun diritto si ottiene senza rischiare, nessuna giustizia si difende senza mettersi in gioco.